FARMACI BIOSIMILARI: PREOCCUPAZIONI E PREGIUDIZI
Adeguata informazione e condivisione con l'interessato/a per riconoscergli/le un ruolo attivo nel percorso di cura; trasparenza e accesso ai dati clinici; continuità terapeutica e attenzione alla qualità di vita. Queste le principali proposte del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva. 'Il nocciolo della questione', ha dichiarato il responsabile Tonino Aceti, 'non è dire SI o NO al farmaco biosimilare. Questo tipo di farmaco rappresenta un'opportunità per il SSN e per le persone. Ma è necessario lavorare di più per sfatare preoccupazioni e pregiudizi che in alcuni casi ci sono.'
Prosegue Tonino Aceti: 'Dalla recente Indagine Civica sull'esperienza dei pazienti rispetto all'uso dei farmaci, con focus su farmaci biologici e biosimilari, a cura di CnAMC, emerge che i pazienti, soprattutto nel caso di patologie croniche o rare, vivono con paura e preoccupazione un eventuale cambiamento del farmaco e chiedono di essere più informati. Prima ancora del profilo di sicurezza ed efficacia del farmaco (42%) o dei suoi effetti collaterali (38%), vogliono conoscere i motivi di un eventuale cambiamento/sostituzione della terapia.
'Non è in discussione che la scelta prescrittiva spetti al medico.', ha concluso Aceti, 'Ciò che ancora manca è il riconoscimento del ruolo del paziente, ancora troppo poco coinvolto nella messa a punto della terapia, anche nel momento in cui si prospetta una modifica del trattamento in essere'.
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