Fenomeno di Raynaud | Patologie | ALOMAR ONLUS - Associazione Lombarda malattie reumatologiche

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Fenomeno di Raynaud


Il fenomeno di Raynaud (si pronuncia “Reinò”) è uno spasmo transitorio dei piccoli vasi sanguigni che si scatena in seguito a stimoli quali gli sbalzi di temperatura e, meno frequentemente, le forti emozioni, l’uso di alcuni farmaci e l’utilizzo continuato di strumenti vibranti. Esso consiste in una fase di ridotto afflusso di sangue alla cute - che clinicamente si presenta con un forte pallore accompagnato da un senso di fastidio fino ad una sensazione di  dolore anche intenso - seguito da una fase blu-violacea, espressione della mancata ossigenazione del sangue, e infine da una fase di arrossamento locale, spesso accompagnata da formicolii e riduzione della sensibilità, espressione dell’avvenuta “riossigenazione”.
Non in tutti i casi le tre fasi sono presenti con il medesimo grado di intensità e la durata del fenomeno può variare da pochi secondi fino a parecchie ore. Solitamente esso coinvolge le estremità delle dita delle mani, ma può interessare anche le dita dei piedi, le orecchie, la punta del naso, la lingua e le labbra. Il fenomeno di Raynaud è solitamente benigno, cioè non costituisce una malattia e non richiede alcuna terapia, ma talvolta può essere la spia di una malattia sottostante. Per tale motivo, soprattutto se insorge in una giovane donna senza familiarità per questo fenomeno, se presenta una durata prolungata, se persiste anche quando cessa la causa scatenante e se si accompagna a visibili alterazioni della cute (quali ulcerazioni delle estremità delle dita anche di lieve entità) è bene sottoporsi a valutazione specialistica.

Diagnosi
Sarà compito del Medico, quindi, raccogliere un’accurata anamnesi, fare una visita, richiedere alcuni esami di laboratorio (in particolare rivestono un’importanza di rilievo la determinazione degli autoanticorpi anti-nucleo- ANA) ed una videocapillaroscopia. Questa tecnica non è assolutamente invasiva e consente di osservare i capillari, ovvero i più  piccoli vasi del nostro organismo che sono ben visibili al di sotto della cuticola alla base dell’unghia attraverso una sonda che si appoggia appunto sulla cuticola. In alcune malattie autoimmuni, in particolare nella sclerosi sistemica, anche in fase molto precoce,  la parete interna dei capillari può essere danneggiata da particolari autoanticorpi; i capillari  danneggiati cambiano di aspetto e di forma (la videocapillaroscopia è in grado di osservare queste “deformazioni” dei capillari) e non sono pertanto più in grado di svolgere il loro compito di nutrimento dei tessuti. 
Sulle basi di tali indagini sarà possibile classificare il fenomeno di Raynaud come primario, cioè non accompagnato da una malattia  sottostante, oppure secondario a malattie autoimmuni quali la sclerosi sistemica o, meno frequentemente, il lupus eritematoso sistemico, le miositi infiammatorie, la sindrome di Sjögren, alcune vasculiti e altre connettiviti. Nei casi dubbi, in cui vi siano elementi di sospetto di una patologia sottostante, la persona interessata sarà seguita per un certo periodo di tempo per  diagnosticare precocemente la malattia di cui il fenomeno di Raynaud ha costituito il campanello d’allarme.  

Terapia
Nella maggior parte dei casi il fenomeno di  Raynaud primario non  richiede una terapia farmacologica e saranno sufficienti alcuni accorgimenti per limitarne l’impatto sulle attività quotidiane (evitare le temperature troppo basse, indossare i guanti quando si entra in contatto con oggetti freddi, sospendere eventuali farmaci scatenanti, smettere di fumare, …). Qualora ciò non fosse sufficiente potrebbe essere presa in considerazione l’assunzione di farmaci in grado di favorire una migliore vascolarizzazione delle estremità in modo da ridurne ulteriormente i disagi. Nel caso, fortunatamente raro, in cui si tratti di un fenomeno di Raynaud secondario ad una patologia del sistema immunitario, la terapia dipenderà dalla malattia in cui esso si inserisce; anche in questo caso, comunque, la terapia del fenomeno di Raynaud è comunque sintomatica e mira, oltre che a migliorare la qualità di vita del Paziente, anche a prevenire le complicanze più serie ed invalidanti, quali le ulcere cutanee.

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