Lo stesso gruppo di ricercatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma, ha scoperto un importante interruttore molecolare che 'accende' le cellule più pericolose nell'artrite reumatoide; l'interessantissimo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications. L'artrite reumatoide è una patologia cronica autoimmune che colpisce prevalentemente le donne e che interessa le grandi e piccole articolazioni: il sistema immunitario, che normalmente difende l'organismo dalle aggressioni esterne, attacca strutture dell'organismo stesso confondendole per un aggressore esterno e causando infiammazione e danno articolare. La patologia può colpire mani, polsi, piedi, caviglie, ginocchia e altre articolazioni; per la sua natura sistemica non si limita a colpire le articolazioni, ma altre strutture quali cute, nervi, sistema cardiovascolare, apparato respiratorio, occhi, reni. Se diagnosticata precocemente, si può curare in modo adeguato con l'aiuto di uno specialista Reumatologo.
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