SCRIVERE E' TERAPEUTICO?

Hai una domanda per noi?

Compila il form, sarà nostra premura rispondere in tempi brevi

Hai una domanda per noi?

Compila il form sara nostra premura risponderti in tempi brevi

Effettua una donazione a sostegno delle nostre attività

ALOMAR ODV
Sede Legale: via Sidoli, 25
20129 Milano
C/C POSTALE Num: 52688207
Codice IBAN
IT 86 J030 6909 6061 0000 0113901

Dona il 5x1000 alla ricerca sulle malattie reumatiche
Codice fiscale 97047230152

Effettua ora una donazione on-line a sostegno di ALOMAR ODV

SCRIVERE E' TERAPEUTICO?

La scrittura ha molti vantaggi che vanno ben oltre il semplice arricchimento del nostro vocabolario: l'umore, i livelli di stress e i sintomi depressivi sono solo alcuni degli aspetti a risentirne positivamente. E' stato dimostrato in uno studio del 2005: scrivendo su eventi traumatici, stressanti o emotivi i partecipanti avevano passato meno tempo in ospedale, avevano avuto una pressione sanguigna più bassa e funzionalità epatica migliore. Come mai? L'atto della scrittura espressiva permette alle persone di fare un passo indietro e di valutare la propria vita: invece di ossessionarsi morbosamente sull'evento negativo, ci si concentra per superarlo. 

Ci provo anch'io: ora scriverò un breve racconto.

E man mano che i mesi, gli anni e i decenni passavano, capiva, provandolo sulla propria pelle, il significato della vita, della pazienza e della perseveranza, senza le quali non sarebbe arrivata fin qua. Ripensava al passato, a vent'anni prima: tutto ciò che le era capitato in quel lontano periodo, il modo in cui la sua vita era stata completamente e improvvisamente stravolta, le sembravano fatti accaduti in sogno. Si sorprendeva a pensare che, se le fosse successo di nuovo, non sarebbe stata capace di sopportarlo, no, non avrebbe avuto forza perchè l'aveva già utilizzata tutta e non ne aveva più. Le reazioni della gente che la circondava erano state le più diverse. Qualcuno aveva fatto fatica a guardarla negli occhi 'dopo', altri invece avevano avuto la forza - o il coraggio? - di mettere i loro occhi nei suoi e lei si era sentita accolta.

Tra queste persone c'era un bambino di sette anni con gli occhi marroni e le ciglia folte, che non l'aveva mai vista 'prima'. Si erano conosciuti durante un caldo giorno di agosto in un ospedale milanese e lei aveva subito capito che tra loro ci sarebbe stato un sentimento molto forte. Lo guardava strillare attraverso la vetrata della nursery, vestito con un minuscolo body giallo e sentiva che il suo pianto le faceva male e le avrebbe fatto male sempre, a partire da quell'indimenticabile giorno in poi. Con il passare degli anni si erano conosciuti meglio. Le piaceva giocare con lui; avevano l'insana abitudine di sedersi sul pavimento e inventare giochi e situazioni avventurose dalle quali, con loro sommo piacere, tutti gli altri erano esclusi. 'Vieni zia, ti faccio vedere una cosa sul terrazzo' - e la prendeva per mano con il tocco leggero delle sue dita, mentre si dirigevano lentamente verso la porta nella penombra del corridoio. E camminando: 'Ma che cosa hai alle gambe?', chiedeva non senza suscitare un po' di apprensione nelle persone che lo sentivano. Lei rispondeva: 'Ho le gambe delicate', e lui aveva già una soluzione: 'Appena arriviamo sul terrazzo ti preparo una sedia, così le tue gambe possono... possono... possono...riposare e dopo vedrai che starai molto meglio, zia'. Aveva preparato un posto per lei all'ombra del melo e le aveva detto: 'Ci sono io con te, adesso possiamo giocare'. (L.M.)


TI POTREBBE INTERESSARE

PODCAST

LA NOSTRA RIVISTA

SOSTIENI ALOMAR ODV!
DIVENTA SOCIO
Iscriversi ad ALOMAR, ti darà la possibilità di usufruire di tutti i servizi offerti dalla nostra Associazione.




ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER


CORSI ALOMAR ONLINE

ARCHIVIO ARTICOLI