IL CONSUMO DI CAFFE' RIDUCE IL RISCHIO DI GOTTA?
Un consumo moderato di caffè può essere utile nella prevenzione dell'iperuricemia o della gotta conclamata, in entrambi i sessi. Le quantità da assumere per ottenere effetti apprezzabili, però, sono maggiori nella donna rispetto all'uomo e, comunque, non possono sostituire la terapia antigotta standard ipouricemizzante. Ogni giorno si accumulano nuove evidenze di un beneficio sulla salute derivante dal consumo di caffè: è stato ampiamente dimostrato, infatti, come l'assunzione di caffè si associ ad una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 e di malattia cardiovascolare negli adulti. A queste osservazioni si sono recentemente aggiunti i risultati derivanti dalla pubblicazione di una metanalisi sulla rivista Seminars in Arhtritis & Rheumatism, secondo i quali un consumo regolare di questa bevanda sarebbe associato ad una riduzione del rischio di gotta.
Sono stati identificati nove studi qualitativamente di buona fattura, per un totale di 175.310 individui, sui quali è stata condotta la metanalisi. I ricercatori hanno così dimostrato che il rischio di gotta era ridotto del 15% nei soggetti che assumevano da una a tre tazze di caffè al giorno; tra coloro che consumavano quattro o più tazze al giorno, il rischio relativo si è addirittura dimezzato. Differenze sugli effetti del caffè sul rischio di gotta sono state documentate in base al sesso; infatti, negli uomini, per osservare una riduzione significativa di uricemia erano necessarie da una a tre tazze al giorno, mentre per le donne occorreva un consumo di quattro/sei tazze di caffè al giorno.
Nel commentare i risultati, gli autori della metanalisi hanno espresso perplessità sulla possibilità di rimpiazzare il trattamento standard della gotta con un incremento del consumo di caffè, dal momento che questa misura sembra efficace solo in una persona su tre. 'E' improbabile, pertanto - aggiungono - che i pazienti con gotta possano ridurre la posologia del trattamento farmacologico o interromperlo in concomitanza con l'incremento dell'assunzione di caffè'. Dunque: il caffè aiuta, ma il farmaco non si tocca!
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