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PIANO NAZIONALE CRONICITA'

Finalmente, un Piano. Atteso e chiesto per anni, annunciato e poi perso per strada. Il primo Piano Nazionale della cronicità, messo a punto dal Ministero della Salute con il parziale coinvolgimento delle Associazioni di pazienti e di Cittadinanzattiva, è una notizia importante. Infatti è il segnale tangibile di un'assunzione di responsabilità rispetto a problemi urgenti in Italia quali il progressivo invecchiamento della popolazione, l'aumento delle delle malattie croniche, la correlazione tra impoverimento e peggioramento delle condizioni del paziente e la presa in carico differenziata da regione a regione. Dieci le patologie croniche prese in considerazione dal Piano, tra le quali l'artrite reumatoide e le artriti croniche in età evolutiva, oltre alla proposta di linee guida più generali.

Il Piano cronicità chiede soprattutto un salto culturale nell'approccio alla malattia cronica: si punta infatti ad ottenere quella che viene denominata 'la salute possibile', cioè lo stato di salute legato alle condizioni della persona; ed è proprio la persona al centro del sistema, grazie alla costruzione dei PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali) e alla promozione di una 'relazione empatica tra il team assistenziale, la persona con cronicità e i suoi caregivers di riferimento'. Il paziente cronico è inserito in un flusso individuale di assistenza, il più possibile personalizzato, che si declina in una sequenza standard: dalla valorizzazione della rete assistenziale si arriva all'empowerment (consapevolezza critica) del diretto interessato, passando per l'adeguamento dei modelli organizzativi, in base al grado di sviluppo della patologia e dei relativi bisogni socio-assitenziali, su cui andrà tarato il PDTA. Un iter complesso e ancora oggi lontano da molte realtà regionali, ma sicuramente un passaggio culturale dalla medicina di attesa alla medicina di iniziativa. Persistono però alcune ombre. Innanzitutto il ritardo: il Piano andava approvato entro dicembre 2014; inoltre non è previsto uno specifico finanziamento; non c'è un riferimento temporale preciso di attuazione. Argomenti che dovranno essere rivisti e migliorati dal Ministero della Salute, ci auguriamo il più presto possibile.


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