Il mio motto è “Vietato dire non ce la faccio”, come dice Nicole Orlando, campionessa paraolimpica.
Il mio nome è Cristina Stefanini: nell'agosto 2001 mi viene diagnosticata la connettivite. La patologia cambia la mia vita, anche in relazione allo sport, che io ho sempre praticato assiduamente ma che a causa dei dolori dovuti alla malattia mi trovo a dover abbandonare. Con il tempo fortunatamente la patologia risulta ben controllata, vivo la gravidanza e la nascita di mio figlio e riprendo anche l’attività fisica. Con ALOMAR scopro la promozione con l'associazione ASD Polisportiva WalkingGo, e a giugno 2018 inizio il corso di Nordic Walking, una camminata che si pratica utilizzando bastoni appositamente studiati, simili a quelli utilizzati nello sci di fondo. Esperienza molto positiva! Persone simpatiche di ogni età e con ogni tipo di patologia che si supportano a vicenda.
Nel frattempo, riprendendo l’attività fisica perdo il peso che avevo accumulato nel tempo dell’inattività e mi sento in formissima. Scopro che il gruppo di Nordic ogni anno organizza il cammino della via Francigena, l'antica via che nel medioevo univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia per andare in Terra Santa, percorsa anche da Sigerico che ha creato una delle prime mappe dedicate a questo affascinante percorso.
Mi informo: la curiosità è pazzesca, la voglia di mettersi in gioco è enorme! Il mio sogno è Santiago, ma anche questo cammino può essere un inizio, quindi con molta ansia e paura di non farcela - e con molto sostegno da parte di tutti i pellegrini di WalkingGo - il 3 giugno 2019 parto convinta di non essere in grado di finire tutte e 7 le tappe che compongono il percorso, da Aulla a Gambassi Terme. Questa convinzione si fa più forte già ai primi 2 km della prima tappa, ma con tanta testardaggine e tanto supporto da parte soprattutto dei due istruttori e organizzatori di WalkingGo finisco la prima tappa, la seconda e via via tutte le altre fino a completare tutti i 180 km!
Grande fatica, grande entusiasmo e tanta emozione! Il gruppo mi ha aiutato molto, mi è stato vicino sempre in ogni circostanza, rallentando e fermandosi ad ogni mio cedimento, dandomi la forza necessaria per andare avanti e facendo sempre il tifo per me. Il mio messaggio è quello di non darsi per vinti, di imparare ad ascoltare il proprio corpo, consapevoli che ogni passo anche piccolo o lento può portare ad enormi risultati senza fretta, senza demoralizzarsi, avendo il coraggio di provare a fare sempre quel passo in più e rimanere sorpresi nel poterlo fare, nel poterne fare anche un altro e essere in grado anche di affrontare quella brutta salita o quella brusca discesa.
Circondarsi di persone positive e trovare stimolo da chi dice che non ce la si può fare per dimostrare che si sbagliano e soprattutto per dimostrare a se stessi di essere sempre vivi. Termino con questa frase di Jean de La Bruyère: ”Non c’è cammino troppo lungo per chi cammina lentamente, senza sforzarsi; non c’è meta troppo alta per chi vi si prepara con la pazienza.”
- di Cristina Stefanini, Socia ALOMAR Legnano
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