L’età alla quale oggi si associa il concetto di “vecchiaia” si è spostata di almeno 20 anni rispetto alla prima metà del secolo scorso e cresce parallelamente l’attesa di una vita non condizionata da situazioni o malattie che riducono il grado di autonomia
dell’individuo. Una longevità attiva prevede di invecchiare conservando il più a lungo possibile condizioni fisiche e intellettuali ottimali per ridurre, e se possibile allontanare,
il rischio di solitudine. Queste aspettative rappresentano una sfida per la medicina moderna.
Patologie croniche come l’Osteoartrosi, rappresentano una importante causa di disabilità per milioni di persone, con un pesante impatto sulla qualità di vita, sulle possibilità di relazione e sui costi assistenziali. L’OMS valuta che il 25% circa degli adulti al di sopra dei 25 anni sia affetto da disabilità e dolore in qualche modo dipendenti da questa malattia.
Poiché la prevalenza e la gravità dell’Osteoartrosi aumentano con l’età e in considerazione del progressivo allungamento dell’aspettativa di vita, tenendo conto della maggiore incidenza di fattori di rischio, quali l’obesità e il sovraccarico articolare, è prevedibile per i prossimi anni un incremento dell’impatto sociale ed economico della malattia pari, se non superiore, a quello delle patologie cardiache.
Tuttavia, l’Osteoartrosi non è più considerata una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento, ma piuttosto una malattia che si può prevenire e curare mediante interventi di correzione dei fattori di rischio, diagnosi precoce e appropriatezza terapeutica.
La Società Italiana di Reumatologia, concedendo il patrocinio alle giornate “L’ARTROSI OGGI: LA PREVENZIONE È POSSIBILE, LA CURA È REALIZZABILE”, intende promuovere un percorso informativo e formativo rivolto ai pazienti, agli operatori sanitari e al mondo politico. L’obiettivo è quello di porre nella giusta luce un’importante patologia dagli importanti risvolti sociali ed economici, di enfatizzare il ruolo della collaborazione tra medico, paziente e istituzioni al fine di realizzare una prevenzione efficace, di pianificare trattamenti tempestivi e di organizzare percorsi gestionali appropriati. Si potrà così trovare il giusto equilibrio, nel contesto economico attuale, tra efficacia e sicurezza di intervento da una parte e sostenibilità e aspettative dei pazienti dall’altra.
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