LA DONNA CON L'ABITO GIALLO
Il trolley era appoggiato alla poltrona marrone del salotto; lo zaino pronto, gonfio: cosa conteneva? Un'occhiata veloce allo specchio dell'anticamera in penombra le restituì l'immagine di una giovane donna dall'aspetto curato; si sistemò un ciuffo ribelle con un gesto automatico e, dopo un sorriso soddisfatto, si lisciò il suo abito giallo e uscì da casa.
Un abito giallo non si acquista con leggerezza; un abito giallo si cerca e quando lo si indossa per la prima volta subito si capisce se è quello giusto oppure no. Lei si era sentita attratta da quella particolare sfumatura di giallo e l'abito, estivo e smanicato, era diventato parte del suo scarno guardaroba, riposto con cura, in attesa di essere indossato. L'aveva comprato in un giorno di sole splendente nella tranquilla località di vacanza che frequentava e immediatamente aveva deciso di metterselo, per stabilire con esso un'amicizia importante. Perchè un abito giallo? E cosa conteneva quello zaino pesante che, con fatica, teneva sulle spalle? Sulla metropolitana le veniva da sorridere quando scorgeva le occhiate dei passeggeri curiosi che l'avevano notata; inoltre, dal suo zaino troppo piccolo sporgeva un megafono. Dopo alcuni minuti di viaggio, la donna con l'abito giallo scese e si diresse verso una piazza che, di solito, veniva attraversata velocemente da persone frettolose: si mise al centro e aprì con cura il suo zaino, dal quale estrasse il megafono. Un capannello di curiosi si creò intorno a lei: era l'unica vestita di giallo in tutta la piazza; la donna avvicinò alle labbra il suo megafono e parlò alla gente. Il chiasso che fece quel giorno fu così forte che la città non se lo dimenticherà mai.
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