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Artrite reumatoide


Definizione e sintomi
L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria delle articolazioni a decorso cronico e progressivo, che può esordire a qualsiasi età (con un picco di insorgenza tra i 30 ed i 55 anni). In Italia si stima che ne siano affetti circa 400000 pazienti (di cui oltre il 70% di sesso femminile), con oltre 10000 nuove diagnosi formulate ogni anno.

Le cause precise dell’AR non sono al momento note, ma la malattia (classificata tra le cosiddette patologie autoimmuni) si sviluppa in individui geneticamente predisposti in cui l’interazione con diversi possibili fattori scatenanti (tra cui fumo e alcune infezioni virali o batteriche) genera una reazione anomala del sistema immunitario che porta alla produzione di anticorpi e cellule immuni dirette contro l’organismo stesso, a loro volta responsabili dell’infiammazione a carico delle articolazioni che caratterizza la malattia.

L’infiammazione cronica di un’articolazione, se non adeguatamente trattata, ne causa il progressivo danneggiamento, interessando via via tutte le componenti anatomiche dell’articolazione stessa: cartilagine, osso, capsula articolare e tendini contigui. Le conseguenze sono rappresentate dalla progressiva deformazione e distruzione dell’articolazione, con la relativa perdita di funzionalità e disabilità che ne derivano.

Dal punto di vista clinico, l’AR si presenta più frequentemente come un’artrite fissa che coinvolge fin da subito molte articolazioni (poliartrite), inizialmente soprattutto a carico di mani e polsi, con successiva possibile estensione a tutte le altre sedi corporee. Tuttavia non sono rari i casi di un esordio meno ben definito, fino ad un impegno intermittente anche di una sola articolazione (monoartrite) non necessariamente nelle sedi sopraccitate. Le articolazioni coinvolte si presentano generalmente calde, arrossate, gonfie, con un dolore tipicamente notturno e peggiorato dal riposo e con una marcata e prolungata rigidità mattutina al risveglio, che impedisce lo svolgimento delle più elementari attività quotidiane. Saltuariamente la malattia si accompagna anche a sintomi generali aspecifici, quali malessere, affaticabilità, febbre e perdita di peso.

Diagnosi
Il sospetto diagnostico di artrite reumatoide si basa sul riscontro specialistico del quadro clinico poliartritico sopra descritto, soprattutto se persistente per diverse settimane, e viene confermato tramite l’esecuzione di test diagnostici specifici, quali:

  1. esami ematici: rialzo degli indici di infiammazione (VES e PCR), positività del fattore reumatoide e degli anticorpi anti-CCP
  2. ecografia articolare: consente di evidenziare la presenza di infiammazione nelle articolazioni interessate
  3. radiografia: nelle fasi più avanzate di malattia consente il riscontro di segni caratteristici dell’AR, quali la presenza di erosioni, l’assottigliamento della rima articolare e la rarefazione dell’osso in sede articolare.

Tutti questi parametri clinici e strumentali, combinati tra loro, concorrono a soddisfare i criteri diagnostici internazionali per la diagnosi di artrite reumatoide. In ragione del carattere progressivamente distruttivo della malattia, è fondamentale formulare la diagnosi di AR quanto prima e impostare immediatamente un trattamento adeguato che possa prevenire la cronicizzazione del processo infiammatorio e lo sviluppo delle deformità articolari e della conseguente disabilità.

Terapia
Oltre a terapie impiegate prevalentemente per il controllo dei sintomi legati alla malattia, quali analgesici (ad es. paracetamolo), antinfiammatori non sterodei (ad es. nimesulide, diclofenac, indometacina) e cortisonici, è fondamentale l’utilizzo fin dalle prime fasi della patologia dei cosiddetti “farmaci di fondo” (quali methotrexate, leflunomide, idrossiclorochina, sulfasalazina), capaci di interferire con i processi immunologici della malattia e di rallentarne la progressione. Da oltre un decennio il trattamento dell’AR si fonda anche sull’utilizzo dei cosiddetti farmaci biologici, che sono diretti in modo mirato contro specifici elementi chiave del processo patologico dell’AR, quali cellule immunitarie (come linfociti B e T) e le molecole che queste cellule utilizzano per comunicare tra loro (dette citochine, quali TNFalfa, IL-1 e IL-6 o molecole costimolatorie). L’impiego di questa nuova classe farmacologica, al momento limitato ai pazienti non responsivi alle terapie con farmaci di fondo tradizionali, ha rivoluzionato l’approccio terapeutico all’AR, consentendo di ottenere il completo spegnimento della malattia (definito “remissione clinica”) anche nei casi più impegnativi.

La terapia fisica (fisiokinesiterapia) è parte integrante del trattamento allo scopo di prevenire e correggere le limitazioni funzionali e migliorare il tono muscolare.

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