Qui, insieme: Capitolo II

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Qui, insieme: Capitolo II

Amarsi - L'incontro con sè

Cari amici,
ecco qua il secondo capitolo del Progetto ALOMAR Qui, insieme - Per sentirci più vicini.

Oggi ci parla la nostra Anna Fallarini, psicologa e psicoterapeuta, con il suo contributo che vi proponiamo di seguito.

Per vedere il video su YouTube potete cliccare su 
https://youtu.be/l24EW6hPZ2o

Testo dell'intervento

AMARSI – L’INCONTRO CON SE’
 
Benvenuti a tutti, buongiorno, sono Anna Fallarini, psicoterapeuta, collaboro da anni con l’Associazione e colgo l’opportunità di parlarvi che mi è stata offerta ringraziando il Presidente e tutti i suoi operatori, in particolare due persone molto care e molto vicine Silvia Ostuzzi e Laura Malandrin.
Le ringrazio per la fiducia e l’opportunità di potervi raggiungere in questo tempo così difficile, così delicato e definito da alcuni “un tempo disperato”.

E’ vero, sì, perché comunque al suo interno raccoglie e porta notizie di morte, di dolore, di sofferenza, ma mi piace anche leggerlo, se opportunamente trattato e organizzato, come tempo di speranza.
Tempo che ci invita, e questo vale per tutti, a fare dei passaggi verso di noi. Cosa vuol dire? Paradossalmente un virus invisibile riconduce, in modo abbastanza violento, riconduce uomo dopo uomo all’interno della propria dimora. Alcuni di voi sono già molto a contatto con la realtà del proprio limite e la realtà dell’impotenza, anche nei piccoli gesti quotidiani; quindi mi verrebbe da dire “Che cosa posso portare a voi di nuovo?”, siete forse più voi che avete da insegnare qualcosa in questo momento al mondo.

Mi permetto solo di segnalare due punti che potrebbero rivelare delle insidie e che quindi necessitano di un’osservazione particolare.

1) Lo smarrimento che ci accompagna in queste giornate ci richiede un radicamento, cioè un’alta responsabilità, chiesta un po’ a tutti, nel ritmare le nostre giornate, che spesso erano giornate adrenaliniche - e mi verrebbe da dire anche abbastanza “malate” sotto certi aspetti - creando un’agenda che contenga al suo interno dei tempi differenziati per creare una melodia e raggiungere e nutrire tutte le nostre parti; quindi dobbiamo avere dei tempi per il lavoro, dei tempi per l’attività fisica, dei tempi per la mente (lettura, visione di film,  ascolto di musica perché sapete molto bene che il suono, essendo un elemento primordiale raggiunge immediatamente le nostre profondità, le nostre corde più intime).
E poi non è trascurabile un tempo di pacificazione che si raggiunge attraverso attività di meditazione o se volete di preghiera proprio per effettuare quel salto di realtà che ci permette di toglierci da questa ondata emotiva e sviluppare quindi “anticorpi” psichici.

2) L’altra sfida che ci è chiesta è quella di mettere e togliere la maschera. Volevo fare con voi una riflessione su questo aspetto di togliere e mettere la maschera. Dobbiamo mettere la maschera perché nell’uscire siamo a rischio contagio, poi quando torniamo dobbiamo e abbiamo il desiderio immediato di togliere questa maschera; l’idea di togliere la maschera ci richiama proprio ad un contatto più profondo con noi stessi e con la nostra verità, con la parte più intima, quella parte trascurata perché se c’è una maschera non è raggiungibile, non è visibile. Quindi è un tempo, se volete, di grande opportunità e che crea un passaggio tra un tempo di disgrazia e un tempo di grazia. E’ un tempo che ci permette di incontrare davvero la verità che abita in noi ed è questo l’augurio col quale voglio lasciarvi e stimolarvi proprio perché non si sprechino questi momenti che possono diventare preziosi; preziosi per porci due domande che sono le domande fondamentali per l’uomo: DOVE SEI? COSA VUOI?

Ciò ci richiama alla frase greca, così lontana nel tempo, che bussa oggi alle nostre porte e che è la frase UOMO CONOSCI TE STESSO. Socrate l’aveva capito già allora. Perciò io vi rinnovo l’invito antico e lontano che possiate incontrarvi, sviluppare la vostra creatività, sfidare nuovi percorsi, nuovi sentieri e quindi sperimentarvi in tutto ciò che oggi non avete ancora incontrato.
Auguro quindi a voi e anche a me che proprio questo sia il momento migliore per aprirsi a nuova comunicazione, a un nuovo mondo, prima con noi e poi con il prossimo più vicino e a quello più lontano creando nuove relazioni più significative e più valide e quindi creando nuova umanità.

 


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